domenica 20 gennaio 2013

Quando non ci si può liberare di se stessi, ci si diverte a divorarsi. È vano appellarsi al Signore delle Ombre, dispensatore di una maledizione definita: si è malati senza malattia, e reprobi senza vizi. La malinconia è la condizione sognata dall'egoismo: nessun altro oggetto all'infuori di sé, nessun altro motivo di odio e di amore, ma quella stessa caduta in una melma stagnante, quello stesso rivoltarsi di dannati senza inferno, quelle stesse reiterazioni di un'ansia di perire... Mentre la tristezza si accontenta di una cornice di fortuna, alla malinconia serve un'orgia di spazio, un paesaggio sconfinato per diffondervi la sua grazia scontrosa ed evanescente, il suo male senza contorni che, nel timore di guarire, paventa un limite alla propria dissoluzione e al proprio ondeggiamento. [...] essa cela, sotto il nome melodioso, l'Orgoglio della disfatta e la Compassione di sé.
Emil Cioran, Sommario di decomposizione, p. 138 

venerdì 14 dicembre 2012

Lo scacco che il melanconico si infligge è già inscritto nell'invocazione che egli rivolge a se stesso, in questa invocazione che è un rimpianto. Sprofondato in se stesso, non riemerge al mondo comune che per quel tramite. Il rimpianto non è soltanto il suo modo d'espressione privilegiato, ma il suo estremo modo d'esistenza, l'ultima parola ancora capace di articolare la significatività del mondo entro cui egli si trova, la sua Stimmung, il cui clima patico è d'altra parte immediatamente consonante con il comportamento stesso del rimpianto.

martedì 25 settembre 2012

Dalla serranda a metà vidi le mani di un uomo che scolpivano un blocco di marmo. A ogni colpo le vene sul dorso si gonfiavano come fa la terra secca quando riceve l'acqua. Le dita lunghe e magre accarezzavano la pietra portando via la polvere e liberando la forma incastrata. Un volto di donna si staccò dopo aver aspettato tutto il tempo del mondo per venire alla luce. D'improvviso ne sentii il bisbiglio, come una preghiera, la stessa che mi ronzava nelle orecchie ogni volta che ballavo. Il mio volto era quel volto, il mio sudore la sua polvere e tutto ciò che ero stata per qualcuno quella notte si disfaceva sotto i colpi di martello. 
Ilaria Mavilla, Miradar

lunedì 17 settembre 2012

Eppure adesso la prima cosa che affiora nella mia mente è proprio quel prato tra le montagne. L'odore dell'erba, il vento che portava dentro sé un gelo sottile, il profilo dei monti, l'abbaiare di un cane: sono queste le cose che per prime mi si affacciano alla mente. Chiarissime. Talmente chiare che ho quasi l'impressione, se allungo la mano, di poterne seguire i contorni con le dita ad una ad una. Ma in questo paesaggio non ci sono figure umane. Non c'è nessuno. Lei non appare, io nemmeno. E mi chiedo dove siamo andati a finire noi due. Com'è potuto succedere? Dove è andato a finire tutto quello che ci sembrava così prezioso, dov'è leie dov'è la persona che ero allora, il mio mondo? Ma è inutile, ormai non riesco nemmeno a ricordare facilmente il suo viso. Quello che mi resta è solo lo sfondo: un paesaggio senza figure.
Murakami Haruki, Norwegian Wood. Tokyo Blues

mercoledì 8 giugno 2011

Adesso tutto quel mondo di entusiasmi è stretto nell'imbuto di questi maledetti happy hour.               Quello che odio della gentaglia che si assiepa sui Navigli e in posti simili è che sono orribilmente brutti. Io non perdono la bruttezza morale, che inevitabilmente diventa fisica. Facce scontente, logorate dagli aperitivi, straniere da copertina taccate e scarnificate, boria inutile, inservibile, ovunque regno dello sguardo cool - ma vaffancool! Vaffancool! Le ragazze che prendono un'aria infastidita prima ancora che tu le guardi, perché devono fingere di aver già fatto tre volte il giro del mondo e di essersi molto annoiate, e forse è pure vero, peggio per loro. Lo sguardo di chi ha consumato invano i continenti e non ha capito una cazzo, la noia come una bestemmia. Hanno avuto il cielo di Dante e di Gagarin, ma erano troppo occupati  con gli sms. Gli sarebbe bastato guardare nel cortile sotto casa, ma non avevano occhi per guardare. Gli sarebbe bastato ascoltarsi la pancia, non dico l'anima perché sarebbe troppo, ma avevano l'iPod. Sono nati male e moriranno peggio.
Raul Montanari, L'esordiente

giovedì 28 aprile 2011

Gli uomini

Io sono il pellegrino
dell'Isola di Pasqua, il cavaliere
strano, a bussare vengo alle porte del silenzio:
uno in più di quelli che porta l'aria
saltando in un volo tutto il mare:
son qui, come gli altri pesanti pellegrini
che in inglese allattano e innalzano rovine:
egregi commensali del turismo, uguali a Simbad
e a Colombo, senza altra scoperta
che il conto del bar.


domenica 27 marzo 2011

Something Big - Jim O'Rourke

Like a grain of sand 
That wants to be 
A rolling stone 
I want to be the man 
I’m not, 
And have the things 
I really haven’t got 
And that’s a lot