mercoledì 24 marzo 2010

Popoli refrigerati

I
Popoli refrigerati
ready made
sguardi proni
al senso comune:
anche in gabbia
si sballa
anche al buio si crede
di vedere

II
Niente paga
il crimine di vivere un attimo ancora
a perdere

III
Esistenze si sfiorano
lungo una pentatonica
e un paraocchi in più
rosa confetto
che mai sarà?
I sensi di marcia
sono sempre doppi
un dare-avere ognuno
lungo il proprio binario
e chi
ti muore accanto di fame o di
desiderio
"Chi è? Non l'ho mai visto!"

IV
Ogni vetta dello spirito è musica
d'organetto o il nome
esotico
di un cocktail alla moda
mentre
all'estrema periferia
di un campo visivo ai limiti
del parossismo acustico
c'è chi recluta
scientemente
l'incomprensione ad ogni costo

V
Questa notte
chino su una panchina
Eraclito
in braghe di tela
piangeva per il suo stile
sentenzioso;
c'è da capirlo:
certi fonemi
semiticus way
non li avrebbe
mai e poi mai
neanche lontanamente
immaginati