giovedì 12 marzo 2009

Apocalisse e Creazione VI

Il rinnovamento passa sempre attraverso se stessi. In qualunque situazione dovremmo chiederci:"Perché io qui, adesso?". Qualsiasi risposta vale l'accrescimento e l'espansione del proprio sé che deriva dalla domanda. Dare un giudizio su se stessi ha una funzione autopoietica: serve per guardarsi da un passo indietro e aprire un orizzonte di comprensione rispetto al proprio vivere. Giudicare significa creare. Giudicare di sé e del proprio mondo significa crearsi una seconda volta, rinascere.
Il vuoto e l'assenza di senso nascono dalla mancanza di un giudizio, dalla impossibilità di interrogare noi stessi e ciò che ci sta intorno. Rispetto a ciò che siamo e a ciò che facciamo, rispetto cioè alla nostra condizione esistenziale, dobbiamo chiederci quanta sia la rispondenza rispetto a chi vogliamo essere e a ciò che vogliamo fare di noi. La domanda non è: "Ne ho voglia?"; bensì: "Quanto mi appartiene?", "Quanto mi accresce?", "Quanto mi rigenera?".

domenica 1 marzo 2009

Apocalisse e creazione IV

E' mia convinzione irriducibile che i vecchi siano eternamente laida, i giovani eternamente belli. La saggezza dei vecchi è eternamente opaca, l'agire dei giovani eternamente limpido. Quanto più si prolunga la vita, tanto peggio diventiamo. In altri termini, la vita umana è un processo rovesciato che conduce al declino, al crollo (Yukio Mishima)


La rigida bipartizione di Mishima, fortemente dualistica, può essere scardinata se comprendiamo vecchiaia e giovinezza come condizioni dello spirito. Passando dalla metafora biologica all'esperienza spirituale, lo stretto vincolo della freccia del tempo è abolito e contemporaneamente è aperto il luogo della libertà. Tale libertà è la libertà di negare se stessi, di dirsi un No! deciso e rimettersi in cammino verso la giovinezza spirituale.