dell'Isola di Pasqua, il cavaliere
strano, a bussare vengo alle porte del silenzio:
uno in più di quelli che porta l'aria
saltando in un volo tutto il mare:
son qui, come gli altri pesanti pellegrini
che in inglese allattano e innalzano rovine:
egregi commensali del turismo, uguali a Simbad
e a Colombo, senza altra scoperta
che il conto del bar.
Mi confesso: uccidemmo
i velieri a cinque alberi e dalla carne verminosa,
uccidemmo i libri pallidi di marinai calanti,
ci trasferiamo in oche immense d'alluminio,
seduti correttamente, bevendo acide coppe,
scendendo in file di stomachi gentili.
strano, a bussare vengo alle porte del silenzio:
uno in più di quelli che porta l'aria
saltando in un volo tutto il mare:
son qui, come gli altri pesanti pellegrini
che in inglese allattano e innalzano rovine:
egregi commensali del turismo, uguali a Simbad
e a Colombo, senza altra scoperta
che il conto del bar.
Mi confesso: uccidemmo
i velieri a cinque alberi e dalla carne verminosa,
uccidemmo i libri pallidi di marinai calanti,
ci trasferiamo in oche immense d'alluminio,
seduti correttamente, bevendo acide coppe,
scendendo in file di stomachi gentili.
Pablo Neruda, La rosa separata
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