venerdì 14 dicembre 2012

Lo scacco che il melanconico si infligge è già inscritto nell'invocazione che egli rivolge a se stesso, in questa invocazione che è un rimpianto. Sprofondato in se stesso, non riemerge al mondo comune che per quel tramite. Il rimpianto non è soltanto il suo modo d'espressione privilegiato, ma il suo estremo modo d'esistenza, l'ultima parola ancora capace di articolare la significatività del mondo entro cui egli si trova, la sua Stimmung, il cui clima patico è d'altra parte immediatamente consonante con il comportamento stesso del rimpianto.
La forma e il contenuto sono, qui, una cosa sola. E in verità l'io, che è soggetto e insieme oggetto del rimpianto, si rivela una forma priva di contenuto, o dotata di un contenuto puramente negativo.
Solo chi accompagna il movimento della vita può fare ritorno dalla vita, portando a compimento la propria negatività e divenendola.
Henry Maldiney, Pensare l'uomo e la follia, pp. 19, 22

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